Capoliveri: il paese dei due golfi
Due golfi, esposti a Sud e divisi da una lingua di terra che fende sottile il mare: questo e’ il primo impatto con oil territorio di Capoliveri, per chi giunge da Marina di Campo: il Golfo di Lacona e il Golfo Stella, lunghi arenili, prediletti dai turisti ne in particolare dagli amanti dei campeggi (qui numerosi), attratti dai fondali multicolore che invitano agli sport acquatici. Il Golfo di Lacona e’ vegliato nel verde dell’entroterra dalla chiesa della Madonna della Neve (XVI secolo), eretta su un’altura in luogo di un piu’ antico edificio e ancora abitata nel primo Ottocento da un eremita. Sul vicino Colle Reciso passa la Grande Traversata Elbana (GTE), percorso escursionistico di 58 km, che attraversa l’isola da Cavo fino a Pomonte al Mortaio.
Il Golfo Stella e’ invece protetto da Capoliveri
, aggrappato sul fianco del Monte Calamita a presidio dei due mari, a Sud e a Ovest, su una punta che pare la prua di una nave rivolta al mare. La posizione e le ricche vene di ferro furono motivo del primo insediamento: una fortezza d’altura etrusco-romana da dove la vista spaziava fino al mare di Portoferraio ma e’ anche possibile che la zona fosse gia’ abitata da genti liguri, qui sbarcate in cerca di rame di cui l’area del Vallone abbonda. Nel periodo pisano (XII secolo) e per oltre tre secoli, capoliveri fu capitale dell’isola d’Elba, unica citta’ fortificata dell’isola, come indicherebbe il nome, corruzione del latino Capitis Ilvae, nel nome di Capoliveri sono comunque tante le ipotesi sulle origini del nome “CAPOLIVERI”: secondo alcuni deriverebbe da Caput Liberum, riferito alla presenza di una colonia romana di ex schiavi. Un’altra ipotesi allude all’abbondanza di viti, fondamentali per l’economia locale di un tempo, che producono tutt’ora vini pregiati come l’Aleatico e il Moscato: Caput Liberum indicherebbe allora il culto di Libero, ovvero di Bacco.
Decaduta con gli Appiani che le avevano preferito Marciana (XVI secolo), Capoliveri subi’ la distruzione delle mura ad opera del pirata Barbarossa (1544), poi ricostruite e ancora distrutte dagli Spagnoli nel 1708. Da sempre legato all’estrazione del ferro, il paese di Capoliveri si e’ convertito oggi al turismo, soprattutto dopo la chiusura dello stabilimento “ELBA, Societa’ Anonima di Miniere e altiforni”, fondata a Portoferraio nel 1897 e con la definitiva chiusura delle miniere negli anni Settanta.
Lungo la strada che porta alla piazza, vivace belvedere che e’ cuore del paese, si scorge quel che resta della cappella Pisana di San Michele, sopravvissuta alla feroce incursione piratesca del 1544. Del XVI secolo e’ il santuario della Madonna delle Grazie, dove si ammira una coeva Madonna del Silenzio di M.Venuti, copia da Michelangelo. Ma l’aspetto piu’ curioso di Capoliveri e’ il Museo dei Minerali “Alfeo Ricci”, con una pressoche’ completa collezione che ben documenta le specie elbane e include esemplari magnifici.
E’ questo l’indispensabile preludio per chi si avventuri lungo gli intricati sentieri, adatti anche alle mountain byke, che conducevano alle miniere, sulla punta a mare del Monte Calamita. Il paesaggio passa dalla pineta ai terrazzamenti creati per i vigneti per gettarsi selvaggio nel mare, fino alle miniere di Calamita e Ginepro, con gli impressionanti scavi a cielo aperto che ancora sconvolgono il paesaggio e a quella dei Sassi Neri, che forniva anche tormaline e quarzi. Chiude il territorio di Capoliveri il Forte Focardo (1678), dal nome del fondatore.